Bocciata la sentenza del Tar che aveva sospeso le benedizioni pasquali all'interno dei locali scolastici

di Marina Crisafi - Se per il Tar dell'Emilia la scuola è laica e le benedizioni religiose in classe violano tale principio, a quanto pare non la pensa allo stesso modo il Consiglio di Stato.

La sesta sezione infatti, come rende noto il comitato "Scuola e Costituzione" ha accolto l'istanza del ministero della Pubblica Istruzione sospendendo "con effetto immediato" l'esecutività della sentenza del Tar emiliano che a fine gennaio aveva annullato la delibera con cui un consiglio d'istituto di Bologna aveva autorizzato le benedizioni pasquali dentro le mura scolastiche.

Nella sentenza, il giudice amministrativo aveva dato ragione al gruppo di insegnanti e genitori che si era battuto strenuamente contro la decisione della dirigente scolastica (leggi: "Tar: la scuola è laica, niente benedizioni religiose"), affermando che "il principio costituzionale della laicità non significa indifferenza rispetto all'esperienza religiosa, ma comporta piuttosto equidistanza e imparzialità rispetto a tutte le confessioni religiose". La scuola - si legge nella sentenza del Tar- non può "essere coinvolta nella celebrazione di riti religiosi che sono attinenti unicamente alla sfera individuale di ciascuno" secondo scelte private di natura incomprimibile "e si rivelano dunque estranei ad un ambito pubblico che deve di per sé evitare discriminazioni".

Contro la sentenza, che aveva scatenato infinite polemiche, si era subito scagliato il Miur presentando appello al Consiglio di Stato, il quale ha accolto le doglianze.

"Non conosciamo - ancora le motivazioni, scrive in una nota il comunicato - ma il provvedimento risulta comunque incomprensibile, non essendovi in questo caso nulla da sospendere, se non il valore e l'autorevolezza di precedente giurisprudenziale della decisione del Tar", visto che la sentenza aveva già esaurito i suoi effetti essendo arrivata a "cose fatte" e cioè dopo che le celebrazioni pasquali (del 2015) erano state effettuate.

Evidentemente, aggiunge il comitato "il ministero ha voluto sospendere l'affermazione di un fondamentale principio (costituzionale) scavalcando la legittima dinamica processuale e senza attendere la pronuncia del giudice d'appello. Purtroppo la voce ministeriale ha trovato ascolto giurisdizionale".

Peraltro, l'udienza di discussione della sospensiva è stata fissata per il 28 aprile, cosa "ancor più inaccettabile" chiosa il comitato, visto che è dopo Pasqua.


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