La proposta di legge del Consiglio nazionale forense per impedire le convenzioni capestro a danno della categoria

di Marina Crisafi - Un equo compenso per gli avvocati al fine di impedire le convenzioni "capestro" imposte soprattutto dalle grandi imprese, come banche e assicurazioni. È questa la proposta di legge varata dal Consiglio Nazionale Forense e promossa durante l'agorà degli ordini forensi nei giorni scorsi.

Dall'esame di numerose convenzioni tra i legali e i c.d. "grandi committenti" (banche e assicurazioni in primis, ma anche grandi imprese, altri professionisti, enti pubblici), relativamente all'attività di consulenza o di rappresentanza in giudizio, si legge infatti nel comunicato stampa del Cnf, emergono diverse clausole "capestro" che non rispettano la proporzione tra gli onorari spettanti ai legali in base alla qualità e alla quantità del lavoro svolto su mandato.

Da qui l'esigenza di un intervento normativo che, a detta del Cnf, mira a tutelare i compensi dei professionisti in tutti i rapporti contrattuali con i "clienti forti", attraverso l'istituzione di una commissione ad hoc, presso il ministero della giustizia, che si occupi di valutare l'equo compenso nella professione forense, definendone i criteri di base ed individuando "gli operatori economici che ne garantiscano il rispetto dandone adeguata pubblicità".

La proposta, inoltre, che verrà rappresentata nei prossimi giorni innanzi al Governo e al Parlamento, definisce anche le tipologie di clausole abusive, ossia quelle che prevedono condizioni contrattuali contrari all'equo compenso, decretandone la nullità.

Ma non solo. Dall'agorà degli ordini è emersa un'altra importante iniziativa che coinvolge in prima linea gli avvocati: una proposta di legge per l'inserimento nei piani dell'offerta formativa delle scuole, di lezioni di educazione civica tenute proprio dagli avvocati. Il fine è quello di promuovere la legalità e il diritto nelle scuole di primo e secondo grado, al fine di combattere fenomeni come il bullismo e la discriminazione e un apposito protocollo, tra Cnf e Miur, si occuperà di disciplinarne le modalità anche attraverso la stipula di convenzioni locali tra i consigli territoriali forensi e le direzioni scolastiche regionali.


Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: