La Cedu ha stabilito che non c'è nessuna violazione della privacy se il datore controlla le comunicazioni dei dipendenti sugli account aziendali

di Marina Crisafi - Il datore di lavoro può controllare le mail dei loro dipendenti e decidere di licenziarli se le utilizzano a scopi personali. E' questo in sintesi quanto affermato dalla Corte Europea dei diritti umani, che arriva come un fulmine a ciel sereno mentre nel nostro paese ancora si dibatte sulla legittimità o meno dei controlli a distanza previsti dal Jobs Act.

Per i giudici di Strasburgo - chiamati a pronunciarsi sulla vicenda di un cittadino rumeno che chiedeva l'annullamento del licenziamento intimatogli in quanto beccato ad utilizzare la posta aziendale per mandare mail a fidanzata e fratello - una società privata non commette alcuna violazione del diritto alla privacy dei lavoratori se controlla le comunicazioni effettuate sugli account aziendali.

E se, l'utilizzo della casella è a fini privati, anche il licenziamento deliberato dal datore di lavoro è legittimo. "Non è irragionevole - si legge infatti in sentenza - che un datore di lavoro voglia verificare che i dipendenti portino a termine i propri incarichi durante l'orario di lavoro". Tanto più che le comunicazioni private, scoperte durante il controllo dell'account aziendale (nella specie Yahoo), non sono state usate dalla società a sostegno del licenziamento, la quale anzi, in "buona fede" aveva operato le verifiche convinta di trovare soltanto contenuti professionali.


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