La frase può essere minacciosa e in grado di intimorire
di Valeria Zeppilli - Le festività sono ufficialmente arrivate. Quanti auguri di buon Natale abbiamo fatto e ricevuto in questi giorni!! E cosa c'entra il diritto con tutto questo? 

C'entra e come! Perché non sempre gli auguri sono fatti in senso positivo. E c'è anche chi augura un "brutto Natale" a chi non gli sta proprio del tutto simpatico. O chi minaccia qualcuno di fargli passare un brutto natale. Ed è qui che entra in gioco la legge!

Una sentenza del Tribunale di Bari il 25 febbraio 2015 (qui sotto allegata) ha infatti condannato per estorsione un uomo che si era rivolto più volte alla sua vittima minacciandola ripetutamente del fatto che, se non gli avesse dato i soldi richiesti, la madre avrebbe passato un brutto Natale.

È chiaro che la prospettazione di un evento dannoso per l'incolumità fisica o per la stessa vita di un soggetto molto vicino alla vittima è prova del fatto che l'estorsore avesse la piena coscienza e la volontà di porre in essere un intento criminoso.

Secondo il Tribunale, infatti, in tema di estorsione, la minaccia può essere manifestata in modi e forme differenti, purché la vittima venga intimorita o la sua volontà coartata.

Le minacce, insomma, devono essere tali da generare nella vittima un timore attuale e concreto, inducendola ad accettare una pretestuosa richiesta estorsiva.

E l'augurio che proprio un periodo che dovrebbe essere di serenità e gioia si tramuti in qualcosa di doloroso ha indubbiamente tutte le caratteristiche per poter contribuire a integrare l'ipotesi di reato.


Tribunale di Bari testo sentenza del 25 febbraio 2015
Valeria Zeppilli

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