Il decreto attuativo della delega fiscale prevede che le "perdite" di Equitalia siano compensate dall'Agenzia delle Entrate e dunque dai contribuenti

di Marina Crisafi - Le cartelle di Equitalia saranno meno care ma … solo all'apparenza. Il decreto sulla semplificazione delle norme in materia di riscossione che ha compiuto il suo secondo giro di boa venerdì scorso e che sarà approvato entro fine mese (entro la scadenza della delega fiscale) prevede, infatti, tra le altre novità (leggi "Equitalia: niente più anatocismo, aggio ridotto e cartelle più leggere via web. Ecco tutte le novità"), una riduzione dell'aggio (ossia della commissione di Equitalia su ogni cartella esattoriale) al 6% in luogo dell'attuale 8%.

Ma per compensare le minori entrate della società di riscossione, il Governo ha previsto che l'Agenzia delle Entrate (che controlla il 51% delle quote di Equitalia, mentre il 49% è dell'Inps), versi in tre anni una somma complessiva di 125 milioni di euro.

La riduzione dell'aggio, infatti, non permetterebbe ad Equitalia di sopravvivere, considerando che secondo i dati di bilancio (come riportati sul Fatto Quotidiano), l'aggio le è fruttato nell'ultimo anno oltre 530 milioni di euro su poco più di 970 milioni di ricavi totali e che le spese per il funzionamento dell'intera struttura (sedi, amministrazione, personale, ecc.) ammontano a quasi 800 milioni di euro.

Per sopperire all'importante riduzione, quindi, il decreto attuativo prevede, si legge sul sito del Governo, che, fino al 31 dicembre prossimo Equitalia continuerà a riscuotere l'8% mentre nel passaggio tra il vecchio e il nuovo regime, e cioè per i prossimi tre anni, alla società deve essere garantito "il pareggio di bilancio con la differenza a carico degli ordinari stanziamenti del bilancio dell'Agenzia delle Entrate (fino ad un massimo di 40 milioni nel 2016, fino a 45 milioni nel 2017, fino a 40 milioni nel 2018)".

In altre parole, quindi, le future "perdite" saranno colmate con i soldi dell'Agenzia delle Entrate e, dunque, di tutti i contribuenti. Come dire ciò che esce dalla porta, entra dalla finestra.


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