I contenuti di una memoria in cui Mori analizza le problematiche inerenti i trattati di Maastricht e Lisbona

di Roberto Paternicò

Cessione o limitazione della sovranità nazionale? "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello." (Canto VI del Purgatorio 78, Dante Alighieri, Poeta, 1265-1321).

"La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle." (Klemens von Metternich, Diplomatico e politico austriaco, 1773 - 1859). Secondo alcuni studiosi e ricercatori, pare che la vera frase fosse "Italia, nome geografico come quello di Germania". Giudizio discutibile, ma non insultante seppur caricato di valenze negative. 


L'Avv. Marco Mori nella sua "memoria conclusiva" affronta e discute sulle tematiche che sono alla base di alcuni principi costituzionali, disattesi nelle leggi di ratifica dei Trattati UE. 


Definisce quando sia possibile "limitare" la sovranità nazionale in condizioni di reciprocità e quando, invece, si rientra nell'alveo della "cessione di sovranità". 


Le differenze tra limitazione e cessione sono fondamentali: come spiega Mori nel testo della sua memoria "Limitare significa circoscrivere un potere entro certi limiti, ovvero omettere di esercitare il proprio potere d'imperio (che pure deve rimanere intatto) in una determinata materia, oppure di esercitarlo all'interno di certi limiti generalmente riconosciuti dal diritto internazionale ai fini di pace tra le Nazioni (dunque solo in ambito bellico). Purché ovviamente tale contenimento nell'esercizio del proprio potere (che tuttavia, non va dimenticato secondo la nostra impostazione democratica, appartiene al popolo, ovvero al soggetto rappresentato) sia in ogni caso rispettoso degli ulteriori cd. "controlimiti" costituzionali.

Al contrario la cessione di sovranità invece comporta la consegna ad un terzo di un potere d'imperio proprio di uno Stato che così per definizione perde anche la propria indipendenza".


L'Avv. Mori inoltre, nel terzo paragrafo della sua interessante memoria, individua le ragioni giuridiche dell'illegittimità dei Trattati di Maastricht e Lisbona evidenziando che i due trattati "hanno previsto in particolare la completa cessione della sovranità monetaria ed economica degli Stati aderenti peraltro ponendo al centro obiettivi ben diversi da quelli propri del nostro ordinamento e dunque confliggenti anche con i cd. "controlimiti" all'ingresso delle norme internazionali").


Vengono poi messe in rilievo le competenze esclusive dell'Unione europea che hanno svuotato quelle nazionali ed il ruolo della BCE con assoluta indipendenza dagli Stati e, quindi, fuori dal controllo della sovranità popolare.

 

Mori solleva, infine, un'eccezione d'incostituzionalità sulla Legge n. 1/2012 che ha introdotto il pareggio in bilancio nella Costituzione, in tema di "fiscal compact" sostenendo che il nostro diritto interno, seppur cedevole di fronte al diritto comunitario, non può essere derogato o superato da quest'ultimo. 


Il testo integrale della memoria in esame è stata resa disponibile dall'Avv. Mori in questa pagina del suo blog: I Trattati UE costituiscono cessioni illecite di sovranità. Il 9 luglio il Tribunale di Genova deciderà. Ecco la mia memoria conclusiva.


Dott.Roberto Paternico'

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Rubrica Diritto ed Economia



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